Si deve riconoscere a Matteo Renzi dignità e senso dello Stato nel modo in cui ha gestito la sconfitta referendaria e nell’annuncio delle sue dimissioni.
L’errore è stato ricercare un plebiscito su di sé, col pretesto di una riforma costituzionale (ancorché necessaria) assai pasticciata, invece di occuparsi delle reali questioni che compromettono il benessere degli italiani.
Meglio delle misure demagogiche come i famosi 80 euro o le “boutades” tipo ponte sullo stretto di Messina, sarebbe stato ricercare il consenso puntando sulla crescita economica, dimezzando le imposte sul reddito delle imprese. (quelle che dovrebbero attrarre investimenti per assumere disoccupati) Oltre a bilanciare il mancato gettito con tagli coraggiosi alla spesa pubblica (con Renzi purtroppo inesistenti) e con una carbon tax per riportare l’Italia all’avanguardia negli investimenti nelle energie rinnovabili e per ridurre le emissioni di smog e di CO2 (guardando anche alle future generazioni)!
È da parecchio tempo che avremmo bisogno di un partito europeista, ambientalista (come quello che ha appena vinto in Austria) e liberale che, con un progetto economico all’Irlandese, potrebbe comodamente superare il 15/20% di consensi.
Forse solo Draghi potrebbe riuscire a convincere le altre forze politiche che, per attirare gli investimenti, bisogna tenere contenute sia le imposte sulle imprese sia la spesa pubblica!
Diversamente continueremo a vedere le imprese italiane (come la Fiat) che se ne andranno in Olanda, Gran Bretagna, Belgio, Lussemburgo o in Irlanda!
È scoraggiante constatare che oggi in Italia i liberali europeisti che desiderano una robusta crescita economica, nel rispetto di ambiente e paesaggio, non hanno un partito a cui dare il proprio voto!
Pubblicato in data 7 Dicembre 2016
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