Dopo tante critiche a Berlusconi per aver portato avanti il progetto del ponte sullo stretto di Messina, siamo rimasti sorpresi nel leggere le dichiarazioni del ministro Del Rio a favore della sua reintroduzione tra le opere di interesse nazionale!
Dove indirizzare le risorse pubbliche?
Se il dovere di un buon amministratore sta nell’indirizzare le risorse pubbliche dove esse potrebbero migliorare la vita dei suoi concittadini in modo più efficiente e duraturo pochi attualmente potrebbero dissentire che tali risorse dovrebbero essere rivolte in due direzioni:
1) per migliorare l’ambiente (soprattutto quello urbano dove vive più del 75% della popolazione)
2) per sostenere uno sviluppo economico tale da ridurre significativamente il numero dei disoccupati e il debito pubblico (una minaccia incombente in caso aumentino i tassi di interesse).
Per migliorare l’ambiente il costo per lo Stato potrebbe essere pari a zero perché basterebbe incentivare le produzioni e i consumi con impatti ambientali nulli o molto bassi penalizzando invece ciò che inquina. Si tratterebbe di realizzare quella riforma fiscale ecologica che sia l’Ocse che la Commissione europea ci hanno più volte sollecitato, a partire dall’eliminazione dei rilevanti sussidi per le attività dannose per l’ambiente (come il trasporto di merci su gomma) e dalla tassazione delle attività maggiormente inquinanti in modo da renderle meno competitive. Le risorse così generate potrebbero essere destinate in parte a incentivare l’innovazione in tecnologie pulite e in parte alla riduzione del debito pubblico e del carico fiscale.
Per rilanciare il Paese bisogna ridurre il carico fiscale
L’Irlanda, ad esempio, nonostante sia stata travolta dalla crisi del 2008/9, dopo aver tagliato pesantemente la spesa pubblica, nel 2015 ha avuto uno sviluppo del Pil di circa il 7% tassando le imprese al 12,5%; per essere davvero competitivi bisogna offrire quel livello di tassazione!
Ridurre la tassazione, riducendo la spesa pubblica inefficiente!
Per farlo senza aumentare il debito pubblico l’unico modo consisterebbe nel ridurre la spesa pubblica, tagliando quella inefficiente e parassitaria (ma gli esperti che ci hanno provato seriamente, chiamati a far parte di commissioni pubbliche per la “spending review”, hanno testimoniato con le loro dimissioni che non esiste la volontà politica) e valutando gli investimenti pubblici con prudenza e sulla base del ritorno economico, a discapito proprio di opere e/o iniziative dal ritorno inesistente o negativo come il ponte sullo stretto di Messina e le Olimpiadi.
Giova ricordare che mentre un’opera come l’Eurotunnel venne finanziata prevalentemente da privati, nel caso del ponte sullo Stretto ciò sarebbe praticamente impossibile.
Naturalmente queste due priorità (tutela dell’ambiente e sviluppo) per essere perseguite efficacemente richiederebbero un vero e proprio salto di qualità nel funzionamento della macchina amministrativa, nel rapporto con cittadini e imprese, nella trasparenza, nella selezione e carriera dei funzionari della cosa pubblica e, soprattutto, nel rigore, saggezza ed eticità che dovrebbero sempre ispirare le loro decisioni. Ma di questo riparleremo.
Pubblicato in data 5 Ottobre 2016
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